Amo le liste e le classifiche; e mi serve e mi fa molto bene farle, per ragioni che non sto a scrivere qui.
Qui metto insieme una lista delle cose belle del 2020. Perché pubblico questo post? Vanità. E perché è un po’ compromettersi, sbilanciarsi.
Detto questo, a riguardarlo, dal punto di vista dei media il mio 2020 è stato poco sorprendente.
Premi generici
Miglior film (prima visione)
Phantom Thread [Il filo nascosto], P.T. Anderson (2017)
Miglior serie TV
The Mandalorian, Disney+ (seconda stagione, 2020)
Miglior documentario
The last dance, Netflix (2020)
Miglior saggio (prima lettura)
Why Buddhism is True, R.Wright (2017)
Miglior romanzo (prima lettura)
Il crocevia delle tre vedove, R.Simenon (1931)
Miglior fumetto / graphic novel (prima lettura)
Maus, A.Spiegelman (1991). È splendido recuperare, in clamoroso ritardo, una cosa celebratissima e scoprire che non delude neanche un po’ le tue aspettative, anzi.
Miglior post / articolo
Il mito del consumatore verde, J.Tielbeke, «De Groene Amesterdammer», uscito su «Internazionale» 1372, agosto 2020
Miglior disco (primo ascolto)
Murmur, R.E.M. (1983)
Miglior podcast
Power Pizza Podcast, Sio + Nik + Lorro – Si conferma al primo posto per il terzo anno consecutivo
Miglior sentiero / camminata
Sentiero Burky-Rosareccio-Zamboni, sopra Macugnaga (VB), estate
Premi oddly specific
Best cosa che ho imparato a cucinare
La maionese
Premio “Attività che non ti aspetti e ti riempie il pensiero durante la pandemia”
Costruire una bicicletta da zero, con pezzi vecchi e nuovi
Premio “A sorpresa, scopri che ti piace sia fare sia guardare questa cosa”
Il tennis
Premio “Oggetto casalingo che ti ha risolto un sacco di problemi”
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