Conoscevo bene le lampade Eclisse di Artemide, disegnate da Vico Magistretti negli anni Sessanta, molto prima di sapere che fossero un’icona di design. Le conoscevo bene perché erano su entrambi i comodini dei miei genitori, regalo di nozze arancionissimo.

E soprattutto le conoscevo perché queste lampade hanno sempre avuto un difetto: diventavano intoccabili poco dopo essere state accese. Il calore della lampadina a incandescenza le rendeva roventi e ruotare la calotta interna senza ustionarsi era un’impresa quasi impossibile. Anche quando le lampade erano spente non sapevi mai da quanto fossero spente e le toccavi sempre con una certa apprensione. In una seconda versione, Magistretti aveva aggiunto una ghiera in plastica alla base per consentire di ruotarle in sicurezza, ma sempre calde e rischiose rimanevano (e sinceramente non ricordo se le lampade dei miei ce l’avessero, quella ghiera).

Trovo poetico e bellissimo il fatto che siano state amate e comprate da tante persone e che siano sopravvissute nel tempo nonostante quel difetto, pur attenuato.

Ma c’è un’altra cosa che trovo affascinante e altrettanto poetica: l’avvento delle lampadine a LED ha di fatto portato a compimento il progetto di Magistretti cinquant’anni dopo. Le lampadine a LED, che non si scaldano quando accese, hanno reso le Eclisse toccabili in ogni momento: le hanno restituite alle mani di noi imbranatə e maldestrə che pasticciamo il comodino senza guardare alla ricerca di libri fazzoletti occhiali telefoni.

È un bene, perché la tecnologia porta a compimento un’idea geniale ma imperfetta alla data del suo concepimento? Oppure è un “non-bene”, perché il surriscaldamento delle Eclisse, quel difetto, quel rischio, ne costituivano parte del fascino, come succede con il fruscio dei vinili e con la grana della pellicola fotografica?

Forse è solo una cosa che è successa, che non ha un valore positivo o negativo, ma che è solo terribilmente affascinante nella mia testa: una cosa di un’altra epoca assume una forma nuova, forse definitiva, grazie a un’invenzione che, in quell’epoca, non era neanche lontanamente prevedibile o immaginabile.